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7/12/13
Può un laziale trattare argomenti di questo genere?
Per come è nata la Lazio, per la storia di chi l’ha voluta, con quegli ideali
sovranazionali rappresentati dalle olimpiadi che fanno cessare le guerre, il
laziale non solo può, il laziale deve intervenire, soprattutto se personaggi
che nulla hanno a che fare con la nostra storia sventolano le nostre bandiere
di uomini liberi per i loro fini inconfessabili. Peraltro da questi episodi la
nostra società può essere enormemente danneggiata.
L’antefatto. Sul giornale la Repubblica di venerdì 6 dicembre appare un
articolo su adesivi apparsi sui semafori del rione Monti, in cui si ritrae Anna
Frank con la maglia della Roma, con l’intento evidente di “prendere due
piccioni con una fava”; di offendere la memoria della ragazzina ebrea
assassinata dai nazisti e di offendere i romanisti con quello che è il peggior
epiteto per questi signori, quello di essere ebrei. C’è da dire che questa
volta il giornale Repubblica oltre a evidenziare l’orrore per l’iniziativa
riesce ad essere equilibrato, e non gli capita spesso, nel prendere le distanze
contro sedicenti laziali e romanisti che
a più riprese si sono offesi accusandosi reciprocamente di essere ebrei. Il
bello di questo osceno gemellaggio antiebraico è che entrambi provengono dallo
stesso ambiente di estrema destra che è cementato nel suo odio per non avere
capito bene la storia.
Gli ebrei
sono stati i primi sostenitori del partito fascista per l’incredibile
percentuale di aderenti data al nascente movimento, visto il loro ridottissimo
numero (negli anni venti erano un millesimo circa della popolazione italiana).
E sostenitori del fascismo lo furono per quasi due decenni. In pratica furono
traditi dal loro “camerata” Benito Mussolini che li sacrificò sull’altare
dell’alleanza con il nazismo. E che Benito Mussolini non credette mai alla
propaganda nazista sugli ebrei è storicamente dimostrato dal fatto che nelle colonie dell’impero,
gestite sempre con le leggi del regime, ai molti ebrei che vi vivevano non fu
torto un capello, anzi i Falascià in Somalia furono addirittura tutelati dal
fascismo. Come possano essere odiati i camerati di allora e non chi li tradì
dovrebbero spiegarlo i fascisti di oggi. Ma torniamo agli adesivi.
Ci sono
negazionisti che pensano che l’olocausto non sia mai esistito, che sia
un’invenzione del sionismo. Sarebbe facile confutare le loro aberranti argomentazioni
ma non ne ho voglia, ora, ma una cosa la sanno anche coloro che si richiamano a
certi “ideali”.
Questi “signori”
sanno bene che Anna Frank, una ragazzina di 16 anni fu uccisa dai loro “amici”
non per aver commesso un reato gravissimo ma per il solo fatto di essere ebrea.
Irridere alla morte di una ragazzina colpevole di nulla, dileggiarla
mettendogli una maglia di quelli che sono i tuoi apparenti nemici a cui
vorresti far fare la sua stessa fine, è solo una cosa da “mostri dentro”, da
gente che dovrebbe essere temuta dai loro stessi cari per un ovvio motivo. Perche
costoro dovrebbero rispettare le loro sorelle, le loro figlie, le loro nipoti,
se non rispettano neanche ragazze
assassinate perchè colpevoli di nulla? Significa appartenere alla stessa razza di
coloro che hanno nei decenni inneggiato alla morte di quel padre di famiglia,
meccanico, che risponde al nome di Vincenzo Paparelli, colpevole solo di aver
amato la sua squadra, la squadra con i colori del cielo. Inneggiare in maniera
neanche tanto mascherata alla morte di una ragazza di 16 anni e dileggiarla
mettendogli una maglia dei loro apparenti nemici è una cosa vergognosa.
Ma credo
di sentire le argomentazioni di questi “signori”. Il sionismo sta facendo ai
palestinesi quello che i nazisti hanno fatto agli ebrei e quindi gli ebrei si
meritano quello che è loro capitato.
Strano.
Pensate che da laziale e non da tifoso, perché essere laziale non è essere
tifoso di una squadra di calcio, ma è uno stato dell’anima, un modo di essere,
penso che le stragi, tutte le stragi di bambini colpevoli di nulla sono da
combattere, come i mostri che ne combattono qualcuna per avere il pretesto per
giustificarne altre. Perché i bambini ebrei gasati di ieri sono morti innocenti
come i bambini palestinesi di Sabra e Chatila.
Per
questo faccio un proposta che può essere di grande beneficio per l’immagine
della nostra società. Alla prossima partita di campionato uscire con magliette
e/o striscioni con la scritta siamo tutti Anna Frank. Certo possiamo ancora
fare come gli struzzi e far finta che queste cose non ci riguardino, ma
significherebbe solo non aver capito cosa è realmente la comunicazione e i
danni devastanti che questi episodi possono procurare all’immagine della Lazio.
Decimo
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